Collocata tra le foreste del nord, Peakville appare oggi come una cittadina immobile nel tempo, protetta dall’imponente Monte Chiliad e isolata dal resto della Contea di Blaine. Colonizzato nel 1853, il territorio su cui oggi sorge la cittadina è stato teatro di un sanguinoso scontro con la tribù di pellerossa che lo abitava, ricordato dalla storia come “Il tradimento di Piccolo Cervo” che a seguito della sconfitta fu confinata in una riserva costruita tra i boschi. Il clima mite e il calore della popolazione ha attirato pellegrini provenienti da ogni dove, contribuendo a rendere Peakville una comunità viva e variegata. La zona però non fu esente da controversie, la città vacillò dopo la “La purificazione di Deer Creek” avvenuta nel 1962, quando la riserva dei Nativi ospitò un sanguinoso spettacolo perpetrato da un gruppo di individui ignoti. Nonostante l’apparente quiete, Peakville rimane un luogo sospeso, dove le notizie arrivano lente e i sorrisi celano antiche fragilità. Per contrastare lo spopolamento, il Municipio ha iniziato ad offrire piccoli incentivi ai nuovi arrivati, attratti dal clima mite e dalla promessa di una vita semplice. Ma tra i sentieri del bosco e le strade sempre uguali, c’è chi giura che la città custodisca più di quanto mostri, e che certe ombre non abbiano mai davvero lasciato queste montagne e questi boschi.

Nata nella seconda metà del 1800 come modesta comunità agricola, Grapeseed era inizialmente popolata da allevatori e contadini che vivevano del lavoro attorno all’Alamo Sea. Fu però dagli anni ’50 che la cittadina cambiò volto: le leggende metropolitane sul lago, gli avvistamenti notturni e i racconti sul presunto “Mostro dell’Alamo”, considerato da molti una sorta di Loch Ness americano, attirarono un flusso costante di curiosi. In breve tempo vennero costruite nuove case, piccole strutture ricettive e motel che trasformarono il territorio in una zona turistica inaspettatamente vivace. Nonostante l’entusiasmo dei visitatori e la crescente fama locale, Grapeseed fu una delle comunità maggiormente segnate dal conflitto in Vietnam: gran parte dei suoi cittadini, figli di agricoltori abituati a una vita dura, si arruolarono volontariamente rispondendo al richiamo del Paese. Eppure, dietro le insegne sgargianti e i racconti dei viaggiatori, la cittadina conserva ancora l’aria semplice di un tempo, accompagnata dal vento delle pianure e dal rumore degli aratri che incidono la terra solco dopo solco.
